6 Gen 2018, 9:56 | Attualità Spettacoli | Scritto da : Alice Ravazzini

I consigli per “sopravvivere” al periodo natalizio e cominciare bene il nuovo anno
È la scienza a dirlo: il periodo natalizio è il più stressante per chi lavora. Dicembre infatti, nonostante rappresenti il periodo più atteso per milioni di persone, porta con sé ansia e preoccupazioni dovute ai numerosi impegni sul luogo di lavoro, come bilanci, chiusure e pianificazioni per il nuovo anno, che uniti alla corsa sfrenata ai regali e ai preparativi per vari pranzi e cenoni mettono a serio rischio la serenità dei lavoratori. Secondo un sondaggio pubblicato dalla CNBC infatti dicembre è il mese più stressante per il 42% degli impiegati. Un effetto negativo che si ripercuote sulla produttività: ben il 68% ha ammesso anche di essere meno performante sul posto di lavoro. Secondo quanto riportato anche da Psychology Today, punto di riferimento del settore negli USA, anche il National Institute of Health ha rilevato con l’avvicinarsi del Natale un aumento delle segnalazioni di depressioni e tentati suicidi. Sulle colonne del britannico The Week il dott. Paul Zollinger-Read ha sottolineato come “Per i lavoratori i meeting, le deadline e la pressione di concludere le attività entro Natale possono causare stress, ansia e depressione”. Come fare, quindi, per affrontare gli ultimi giorni al lavoro e le festività natalizie senza farsi travolgere dalle preoccupazioni e dagli impegni? Marina Osnaghi, prima Master Certified Coach in Italia, consiglia innanzitutto di decontestualizzare gli impegni per tornare alle radici del Natale: “Come tutti gli anni Natale si avvicina e molti di noi si rassegnano alle solite cose. Bisogna chiudere tutto, bisogna fare i regali, bisogna andare alla festa in ufficio e fare gli auguri anche a quelli antipatici. E magari il giorno di Natale si litiga anche in famiglia o con la suocera. Ma è questa l’unica realtà possibile? Forse dovremmo ricordarci lo spirito del Natale che ha avuto per secoli un significato importante e profondo: la nascita di una speranza. Indipendentemente da fede religiosa e credo, possiamo scegliere questo momento come un passaggio. E come tutti i passaggi ci sono criticità importanti che ci portano verso un altro anno, e la vita passa, ci porta verso opportunità e sfide, senza sapere veramente cosa accadrà. Forse dovremmo ricordarci di semplificare e rilassare, invece che complicare nella corsa della chiusura”.