12 Dic 2017, 10:53 | Spettacoli | Scritto da : Alice Ravazzini

Continua la stagione teatrale: il 19 dicembre in scena Walter Leonardi
Continua a Rubiera la stagione di prosa 2017-2018 del Teatro Herberia, ideata e promossa dalla Corte Ospitale: una stagione che mette in scena la contemporaneità, tra ironia, impegno e grande qualità.
Giovedì 19 dicembre in scena Walter Leonardi con il suo nuovo spettacolo “Coma quando fiori piove”, in scena Flavio Pirini, Alice Redini e Paola Tintinelli, una produzione Buster e Corte Ospitale, spettacolo scritto con Carlo Gabardini e vincitore de “I Teatri del Sacro 2017”. È il racconto di un uomo il giorno del suo cinquantesimo compleanno che insieme agli amici di una vita ripercorre gli anni vissuti, quando per un colpo alla testa cade in coma, intraprendendo un viaggio lisergico in cui i momenti significativi del suo passato riaffiorano insieme a situazioni che avrebbe potuto vivere. Ad accompagnarlo in questo viaggio un autostoppista stralunato e misterioso. Un pretesto per riflettere e ridere su temi centrali della vita. Un racconto comico, cinico, onirico, messo in scena con semplici immagini, oggetti ed espedienti che generano sorpresa e incanto.
La stagione riprende il 18 gennaio 2018 con Pedigree dei Babilonia Teatri, in scena Enrico Castellani con Luca Scotton. Pedigree è la storia di un giovane uomo, della sua famiglia con due madri, del padre donatore e dei suoi cinque fratelli di sperma sparsi per il mondo. Pedigree racconta le difficoltà di una nuova generazione alle prese con genitori biologici e genitori di fatto, con nuove problematiche di identità e di coscienza. Un lavoro che è allo stesso tempo un pugno allo stomaco e una carezza, dotato di una scrittura che scivola leggera ma si attorciglia alle budella, carico di umanità. Pedigree racconta di come le nostre dita corrano veloci su schermi e tastiere ma le nostre menti e i nostri costumi siano impregnati di quell’odore di naftalina che abbiamo ancora nel naso.
Giovedì 1 febbraio 2018 tornano a Rubiera i Carullo-Minasi con delirio bizzarro, lo spettacolo vincitore di Forever Young 2015-2016, progetto residenziale di Corte Ospitale per compagnie teatrali under 35 o emergenti. Un Centro di Salute Mentale e due personaggi, interpretati da Giuseppe Carullo e Cristiana Minasi: uno, in condizione di “pazzo per attribuzione”, trascorre la propria vita a interrogare le stelle, discorde con il tempo presente; l’altra, donna perfettamente integrata, ossessionata dalla carriera, ma che avverte un’insania incipiente. Né pazzi né sani, Mimmino e Sofia in un dialogo serrato si scopriranno simili, umani, sorridenti, autoironici, sebbene parti inconsapevoli di un sofisticato meccanismo congegnato per rendere l’uomo prigioniero di se stesso. Si incontrano in una terra di frontiera, il Centro Diurno di Salute Mentale “il Castello”, cattedrale ultima dell’identità alienata e interrotta dell’uomo contemporaneo che rimbomba dei dialoghi di due solitudini, nella logica d’un mondo che continua a categorizzare e che quindi esclude.
“La drammaturgia contemporanea è il filo rosso che lega gli spettacoli di questa nostra stagione – dice Giulia Guerra, direttrice La Corte Ospitale – la maggior parte degli spettacoli in cartellone sono scritti da autori che sono anche gli interpreti dei loro testi. Riportiamo in scena nella stagione che apriamo al pubblico l’attenzione alla nostra vocazione come centro produttivo, il lavoro sulla scrittura per la scena, con un’apertura in chiusura di stagione alla drammaturgia internazionale: tutti gli spettacoli sono di drammaturghi italiani viventi, con un’unica eccezione per Lampedusa di Andres Lusgarten, un autore inglese tra i più noti e rappresentati a Londra, che in questo caso parla di noi, dell’Italia e di Lampedusa, un modo per vederci riflessi negli occhi e nelle parole di chi ci guarda da fuori. È una stagione che parla del nostro presente, di relazioni umane e famigliari, di temi di stringernte attualità, di fecondazione assistita, di follia, di migranti, di rapporti con la diversità, sempre attraverso il filtro della sublimazione artistica, del linguaggio scenico che caratterizza la cifra specifica di ogni compagnia ospitata. Il teatro nella nostra concezione è uno spazio di contaminazione, confronto, dialogo, aggregazione e crescita di una comunità: uno spazio e un luogo che mai come quest’anno intendiamo aprire al pubblico, anche dei più giovani. I ragazzi, che forse percepiscono il teatro come luogo antico e superato, devono riappropriarsi di questo spazio della comunità, perché a teatro, in questo nostro teatro specialmente, si parla del nostro presente, e quindi, inevitabilmente, del nostro futuro”.