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Libere professioni: le donne guadagnano la metà degli uomini

3 Nov 2016, 14:06 | Attualità News Politica | Scritto da : Reporter

Libere professioni: le donne guadagnano la metà degli uomini

Roberta Mori (PD): “Ricerchiamo le cause di questa disparità e agiamo per superarle”

Nelle libere professioni le donne guadagnano mediamente la metà rispetto ai loro colleghi e restano sottorappresentate negli organismi direttivi degli ordini, dei collegi e categoriali. E’ quanto emerge dalla ricerca sui differenziali di reddito nelle professioni presentata dalla Commissione pari opportunità del Comitato unitario delle professioni intellettuali di Modena alle commissioni “Parità e Diritti delle Persone” e “Politiche economiche” riunite in seduta congiunta. Roberta Mori, presidente della Commissione Parità: “Azione di monitoraggio importante ai fini dello sviluppo di politiche che riducano i differenziali esistenti”.
Presentata in Regione, alle commissioni “Parità e Diritti delle Persone” e “Politiche economiche”, la ricerca sui differenziali di reddito nelle professioni condotta in collaborazione con il Dipartimento di Economia Marco Biagi di Unimore, dalla Commissione pari opportunità del Comitato unitario delle professioni intellettuali di Modena. L’indagine presentata affronta il tema delle donne nelle libere professioni, di quanto poco guadagnano e come siano sottorappresentate. “E’ una indagine su scala locale, regionale e nazionale – spiega Roberta Mori – che pone con forza il tema dell’uguaglianza sostanziale anche fra i professionisti: pur con alcune differenze fra gli Ordini, uomini e donne si equivalgono nel numero di presenze e iscrizioni, ma le donne guadagnano mediamente la metà rispetto ai loro colleghi. Anche i dati relativi alla rappresentanza negli organismi direttivi di ordini e collegi, così come nelle posizioni di vertice, restano negativi. Abbiamo perciò deciso di sviluppare un percorso comune con la Commissione pari opportunità del Comitato unitario delle professioni intellettuali, estendendo un monitoraggio che è alla base delle politiche da attuare per ridurre i differenziali esistenti”.
La ricerca curata dalla prof.ssa Tindara Addabbo del Dipartimento Marco Biagi di Unimore, si basa su dati di fonte amministrativa forniti direttamente dagli ordini e dai collegi professionali ed evidenzia come la disuguaglianza di reddito cresca con l’aumentare dell’età: se dopo pochi anni dalla conclusione degli studi universitari non arriva al 30%, negli anni successivi raggiunge il 50%, pregiudicando gravemente il trattamento pensionistico. Intorno ai 40/50 anni, quando si dovrebbero cogliere i maggiori benefici economici, le donne spesso incontrano una difficoltà di condivisione tra lavoro e cura familiare (per i figli ma anche per genitori i anziani) che può portare all’abbandono dell’attività professionale. “E’ significativo anche il differenziale di fatturato – sottolinea Roberta Mori – che tra gli avvocati donne e uomini arriva al 58%, tra i geometri si attesta sul 47%, una situazione che interessa le professioniste di tutta Italia, dove la differenza di reddito medio va da un minimo del 24% nel giornalismo ad un massimo del 57% in Avvocatura.” Inoltre la presenza femminile nelle posizioni apicali è ancora rara e con difficoltà le donne vedono riconosciuta la loro autorevolezza sul lavoro (nei cantieri, negli ospedali, nei tribunali). Spesso sono sottorappresentate negli organismi direttivi degli ordini, dei collegi e in tutte le realtà amministrative e categoriali. “Per sostenere non solo il percorso di indagine e sensibilizzazione sul gender pay gap nelle professioni – conclude Mori – ma anche per individuare misure concrete per superarlo, ho lanciato una proposta condivisa con la Commissione Politiche Economiche: la sottoscrizione di un protocollo di intesa con la Cpo del Comitato unitario delle professioni intellettuali di Modena e con Unimore che ci responsabilizzi verso una reale e concreta parità di genere nelle professioni e nel lavoro in generale”.


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