15 Gen 2016, 16:09 | Attualità News | Scritto da : webrep

L’Osservatorio del Vino conferma: siamo un popolo di bevitori moderati
L’italiano e il vino: un rapporto complicato che affonda le sue radici nella storia millenaria di questo Paese. Un rapporto influenzato dalla storia, dalle mode, dalle leggi e dal gusto. Un rapporto da studiare in modo scientifico, serio e certificato, e con questo obiettivo è nato l’Osservatorio del Vino Italiano. Una struttura voluta dalla Unione Italiana Vini che ha scelto come partner di questa iniziativa Ismea e Sda Bocconi: sarà un punto di riferimento per la raccolta, l’analisi e il commento sui dati statistici relativi al comparto vitivinicolo. La principale novità di questo Osservatorio è che riceverà i dati direttamente dalle aziende e dalle realtà coinvolte periodicamente, così da porte rilasciare dati costantemente aggiornati e precisi. In questo modo sia gli operatori sia gli appassionati potranno farsi una idea di come evolve il mondo del vino. Il primo lavoro di ricerca fatto dall’Osservatorio riguarda come e dove gli italiani consumano il vino e cosa faranno nel 2016. La bevanda preferita da Bacco viene consumata per il 64 per cento tra le mura domestiche, specialmente durante i pasti dal 72 per cento degli intervistati. Ma dove viene acquistato? Il 64 per cento delle vendite totali avviene all’interno della grande distribuzione organizzata, che unita al tutto il resto del canale di vendita (enoteche, piccoli negozi e così via) ha fatto registrare nel terzo trimestre del 2015 dei dati particolari rispetto allo stesso periodo del 2014: il volume di vino venduto è sceso del 3,9 per cento, ma è cresciuto dello 0,9 per cento quello in valore. Cioè, gli italiani hanno comperato meno vino, ma quello che hanno acquistato è di maggiore qualità. Per il 2016 chi beveva il vino a casa continuerà a farlo e non cambierà le proprie abitudini. In crescita, sempre nel terzo trimestre 2015, il consumo di vino nel canale “fuori-casa”. L’Horeca in Italia vale il 38 per cento delle vendite totali. In questo caso è cresciuto sia in volume (3,1 per cento) sia in valore (2,3 per cento), segno che gli italiani non rinunciano a un buon bicchiere quando mangiano o si trovano fuori casa. Ma il 54 per cento di chi lo consuma fuori casa presta attenzione a come lo beve e tra gli operatori c’è chi prevede un possibile ribasso dei consumi nei locali indicando come causa l’attenzione alla guida e la paura degli alcol test. I consumatori, invece, dichiarano che manterranno inalterato il consumo anche il 2016, anche se alcuni hanno dichiarato che preferiranno altre bevande alcoliche al vino. Da questa prima ricerca emerge un interessate comportamento che riguarda lo spumante. Mentre in casa viene preferito il rosso (80 per cento), quando si esce l’italiano predilige il bianco o uno spumante, in particolare il consumo di quest’ultimo si è destagionalizzato: mentre nel 2000 il 60 per cento degli spumanti si consumava a Natala, questa percentuale ora è scesa al 35 per cento. L’italiano dunque beve meno rispetto al secolo scorso, ma beve meglio.