15 Dic 2017, 8:50 | Attualità News | Scritto da : Alice Ravazzini

Sono forse una delle categorie professionali più odiate in assoluto, ma a Reggio in particolare. Stiamo parlando degli “accertatori del traffico”, persona assunte per fare multe e pagate in proporzione al numero di multe fatte a chi, per residenza o lavoro, si ritrova costretto a parcheggiare nelle strisce blu. Per tutti coloro che hanno avuto una discussione con questa vera e propria “vessazione sociale” arriva da Bologna una buona notizia.
Seconda l’agenzia Dire, infatti, nel capoluogo regionale più del 70% dei ricorsi contro le multe degli accertatori della sosta viene vinto dal cittadino che ha preso la contravvenzione. I dati anno per anno sono in realtà piuttosto disomogenei, ma una tendenza a favore di chi fa ricorso trova generalmente riscontri sia per quanto riguarda quelli inviati al prefetto sia su quelli presentati al giudice di pace.
Nel 2015, ad esempio, su 535 ricorsi al prefetto (178.885 il totale delle multe di quell’anno) ben 260 hanno visto prevalere il cittadino multato, con 82 ricorsi respinti e 159 ancora in corso. Lo stesso anno i giudici di pace hanno dato ragione ai cittadini ricorrenti 54 volte, con 13 ricorsi respinti (64 sono ancora in corso). Anno nero il 2015 anche per “Scout”: le 52.909 multe comminate hanno prodotto 383 ricorsi al Prefetto, dei quali 219 vinti dai cittadini, 32 respinti e 117 ancora in corso.
“Riteniamo che larga parte della sanzioni elevate dagli accertatori sia illegittima“, scandisce il capogruppo di Forza Italia in Regione Galeazzo Bignami che ha presentato un esposto sulla vicenda sostenendo che i comuni cercano sempre più attraverso le sanzioni di tirare fuori i soldi dalle tasche dei cittadini, invece che investirli per la sicurezza e per consentire a tutti di vivere meglio la città.