25 Nov 2016, 14:20 | Attualità News Spettacoli | Scritto da : Reporter

L’artista parmense espone nella Sala Putti di Palazzo dei Principi
Si intitola “Playground”, la mostra fotografica di Daniele Ottobrino allestita a Correggio, nella Sala Putti di Palazzo dei Principi con l’obiettivo di continuare a utilizzare la sala come project room per giovani talenti.
La mostra, curata da Francesca Baboni e Stefano Taddei, inaugura sabato 26 novembre, alle ore 17 e rimarrà aperta fino al prossimo 18 dicembre.
Come spiegano i curatori “l’accurata fotografia di Daniele Ottobrino propone un’attenta investigazione sul tema del gioco, che sebbene apparentemente potrebbe sembrare una tematica semplice e conosciuta, in realtà nasconde accezioni culturali piuttosto interessanti. Il progetto “Playground” allude così al campo da gioco – alla strada, al cortile, agli spazi aperti – comprendendo anche uno studio sociologico accurato soprattutto sui luoghi visitati dall’autore nei diversi Paesi del mondo, nei quali si intrecciano storie che prendono forza attraverso la sequenza fotografica, andando a formare un’unica prospettiva. “Playground” è dunque un lavoro calibrato e affascinante, che mette in luce una tipologia di gioco che di fatto è andata scomparendo nei nostri paesi occidentali, mettendola a confronto con la multiculturalità. Il pensiero sottostante alle foto è l’importanza sociale del gioco, insostituibile veicolo di conoscenza dell’altro: nel gioco non c’è infatti spazio per agonismi esasperati o ricerche di prevaricazione.”
Come ha scritto nella sua introduzione al catalogo la dott.ssa Sonia Leila Khalfi, psicologa clinica, “nel bambino il gioco può assumere molteplici funzioni: può rappresentare una modalità comunicativa, può educare, può essere la manifestazione dei suoi sentimenti, conflitti, pensieri e della sua percezione della realtà, può essere usato come meccanismo per scaricare la tensione e regolare l’equilibrio emotivo. Nella palestra di vita che è il gioco cresce così il Sé sociale del ragazzo, comprendendo qual è l’immagine di sé da proiettare in situazioni sociali. Il gioco, fenomeno così poliedrico e complesso, insegna, in ultima analisi, a bambini e ragazzi a giocare alla vita”.