Page 92 - Mangiar_Reggiano_2021
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ï ï ï Mangiar Reggiano CONSIGLIA
Aceto e Anguria,
i “reggiani” DOP e IGP
Sono solo due le eccellenze certificate della nostra provincia
Tra i tanti prodotti che la Regione Emilia Romagna certifica con il marchio “dop” o “igp” sono soltan- to due quelli di natura strettamente reggiana: l’a- ceto balsamico tradizionale di Reggio Emilia e l’anguria reggiana, fresca di riconoscimento “igp”. Le prime testimonianze della coltivazione di angurie nelle piane di Reggio Emilia risalgono al XVI secolo. Agli inizi del Novecento la popolarità e il consumo di questo frutto aumentarono: nacquero così i primi capanni di legno con vendita di anguria a fette. Negli anni ‘60 il commercio dell’anguria reggiana approdò anche sulle spiagge romagnole e liguri, per placare la sete dei bagnanti.Oggi l’anguria è coltivata in varie zone della provincia di Reggio Emilia, fra cui Gualtieri, Novellara, Santa Vittoria, Poviglio e Cadelbosco di Sopra, Rio Saliceto e Ca’ de’ Frati, e prodotta nelle tipologie tonda, ovale e allungata. Ogni anno a luglio Novellara celebra una festa in suo onore, con l’evento Anguria Blues. Caratteristica comune alle varie categorie è l’alto tenore zuccherino del frutto. Questo dato non deve però spaventare, in quanto la percen- tuale di zuccheri contenuti nell’anguria reggiana è ampiamente inferiore a quella di altri tipi di frutta. L’anguria è perfetta affettata e mangiata, magari in una torrida sera d’estate. Per sperimentarla in una versione leggermente più elaborata, si può consumare a tocchetti con aggiunta di gocce di
cioccolato. L’aceto balsamico tradizionale di Reg- gio Emilia si presenta con una densità apprezzabile, di colore scuro, limpido, lucente; profumo fragrante, penetrante, persistente; il sapore è agro e dolce ben equilibrato. Sinteticamente il procedimento si può riassumere nelle seguenti fasi: cottura (in vasi aperti) dei mosti; fermentazione zuccherina ed ossidazione acetica in apposite botti di legno (generalmente di castagno, rovere, gelso, ginepro, ciliegio, frassino, robinia), custodite in locali idonei detti acetaie; durante il periodo di invecchiamento nelle acetaie, seguono i travasi annuali e una serie di altre operazioni che vengono tutte eseguite nel più completo rispetto delle tradizioni. Una com- missione di assaggio esegue l’analisi sensoriale, esaminando i caratteri visivi, olfattivi e gustativi, abbinati a valori numerici; sulla base del punteg- gio conseguito il prodotto viene classificato con l’apposizione sulla bottiglietta di bollini colorati (aragosta, argento e oro) che riporteranno anche una numerazione progressiva che consentirà la tracciabilità del prodotto. Il prodotto finale viene commercializzato in confezioni da 50, 100 e 250 ml di vetro, a forma di tulipano rovesciato. È vietato indicare ogni riferimento all’annata di produzione; è consentita la citazione “extra vecchio” per il prodotto che abbia avuto un invecchiamento non inferiore a 25 anni.
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