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Il tragico amore tra Salvagna e Desolina

12 Feb 2018, 11:00 | Attualità Visite insolite | Scritto da : Giacomo Galli

Il tragico amore tra Salvagna e Desolina

Per San Valentino riscopriamo un’antica leggenda reggiana che tanto assomiglia a Romeo e Giulietta

 

L’amore è da sempre considerato una delle più grandi forze dell’animo umano. Sebbene oggi amare è spesso percepibile come azione costruttrice, che tesse solidi rapporti d’intesa nelle radici dei nostri cuori, nei vecchi racconti di terra reggiana questa forza prorompente viene molte volte associata anche a momenti difficili, in grado di sconvolgere l’ordinaria serenità di uomini, donne e intere comunità. Fu così che, secondo alcune leggende, la rottura di un legame di fidanzamento divenne il pretesto per lunghe contese che portarono addirittura alla scomparsa dell’antico paese di Nasseta, i cui ruderi sarebbero ancor oggi visibili in un fitto bosco nelle vicinanze di Collagna, in alta val Secchia. Il desiderio e la passione divorarono invece le vite di Salvagna e Desolina, i due amanti che per allontanare commenti indiscreti solevano frequentarsi di notte. Le rispettive condizioni sociale non permetteva loro un amore condivisibile con i famigliari e i due innamorati non potevano far altro che incontrarsi nelle notti prive del bagliore della luna piena. La voglia di passare momenti assieme, però, divenne insostenibile. Una sera Salvagna prese una scala e decise di salire sulla luna per coprirla con una fascina, il “ramagn”, in modo tale che non potesse più illuminare la casa della sua amata. Arrivato a destinazione, però, la luna s’innamorò di quel bel giovane e lo trattenne per sempre con sé. Desolina aspettò invano il ritorno del suo amato, e lo aspettò per lunghi anni sino a ritrovarsi zitella. A Monte Venere, non lontano da Gombio, la stessa dea dell’amore,Venere, si aggirerebbe ancor oggi senza pace tra i fitti boschi locali. Uno sconosciuto imperatore tanto tempo fa ne avrebbe distrutto il tempietto dedicato che sorgeva a fianco di un castello sul monte, senza però trovare all’interno il suo simulacro che, nel frattempo, venne nascosto in un profondo pozzo nelle viscere della montagna per poi essere per sempre dimenticato. Queste, ma anche molte altre storie hanno caratterizzato gli antichi amori vissuti tra le montagne, le valli e pianure di una provincia che non è mai stanca di raccontare se stessa.


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