29 Lug 2020, 15:38 | Animali Cani | Scritto da : Reporter
Eddy è un Labrador nero maschio di 18 mesi, partecipa a tutte le gare di bellezza e spesso ne esce un “eccellente” trionfatore. Il proprietario è molto motivato, ha seguito scrupolosamente uno dei miei corsi educazione cuccioli e continua inflessibile a esercitarsi con il suo cane in esercizi e giochi di vario tipo.
Negli ultimi tempi è un po’ sconfortato poiché il cane non esegue correttamente il riporto. Il riporto è un esercizio di obbedienza in diverse discipline sportive. L’esercizio consiste nell’istruire il cane ad andare su segnale verso l’oggetto, raccoglierlo subito e velocemente tornare indietro e sedersi con l’oggetto in bocca di fronte al conduttore o al suo piede. La velocità dovrebbe essere sostenuta (galoppo), la traiettoria deve essere diretta sia in andata e sia in ritorno, il cane può assestare la presa dell’oggetto da riportare ma non masticarlo. La consegna è su segnale (il cane deve tenere l’oggetto in bocca fino al segnale di “lascia”).
Eddy attende il segnale del proprietario dopo il lancio, corre velocemente verso l’oggetto seguendo una corretta traiettoria e una volta afferrato l’oggetto invece di tornare rapidamente dal suo proprietario si perde ad annusare avanti e indietro e a marcare facendo la pipì su tutti gli alberi durante la strada di ritorno e invece di seguire una traiettoria diretta si perde in larghe curve masticando e giocando con l’oggetto da riportare. Da un attento esame di questi comportamenti è evidente che il cane non si sta divertendo, infatti, un riporto lento e dispersivo evidenzia come il cane manifesti segnali di stress.
Mi preme ricordare che il riporto è un esercizio che contrasta con l’indole del cane: infatti, una volta catturata una “preda” (è questo che il riportello simbolizza ai suoi occhi), tenderebbe a portarsela via e a mangiarsela in disparte, senza nessuno che lo disturbi. Anche quando la “preda” non è commestibile, come nel caso di un riportello o di una pallina, l’istinto lo porterebbe a “imboscarsi” e comunque a rosicchiarsela un po’ per conto suo.
Ho rassicurato il proprietario di Eddy, informandolo che per il cane riportare l’oggetto al conduttore è qualcosa di poco senso e si deve rendere conto che per il cane è uno sforzo notevole e che istintivamente non farebbe mai, ma che accetterà di eseguire solo perché lo ama e si fida di lui.
Eddy spesso gioca con oggetti nel giardino dei quali può disporre come vuole, distruggere, sotterrare, ignorare e quindi non riesce a distinguere con assoluta precisione quando deve “lavorare” sul riporto o semplicemente “giocare” liberamente con un oggetto. Spetta quindi al proprietario fargli capire la differenza tra gioco e lavoro.
Ho consigliato al proprietario di Eddy di evitare sin da subito qualsiasi gioco con oggetti. Aprire la sessione del riporto con un linguaggio corporeo e verbale coerente differente da quello usato per il gioco (ad esempio dire lavoro, o work e fare un gesto lento di lancio con la mano a vuoto). Ho quindi consigliato al proprietario di Eddy di prendere due oggetti identici “riportelli” e di spalmargli sopra qualcosa che piaccia particolarmente al cane (pasta di formaggio, brodo o altro). Quando il cane prende il primo riportello non riportandoglielo lui lancerà subito il secondo raccogliendo il primo che il cane dovrà inevitabilmente lasciare. Dovrà continuare così finché il cane non arriverà fino a lui e non appena lascerà spontaneamente l’oggetto, gli darà il comando “lascia” e lo premierà lautamente con lodi e premi in cibo.
Per Eddy, grazie ai miei consigli e all’abilità del suo proprietario nel giro di pochissimo tempo è stato agevole ottenere che il cane raccogliesse l’oggetto, tornasse a sedere di fronte al proprietario con il riportello in bocca e lo lasciasse rapidamente al suo ordine.
Dott. Marco Catellani
Medico Veterinario AUSL