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E’ INIZIATA LA FUGA DALLA “CONSULTA DELLA LEGALITA’”

18 Gen 2023, 15:10 | News | Scritto da : Reporter

E’ INIZIATA LA FUGA DALLA “CONSULTA DELLA LEGALITA’”

Fa acqua da tutte le parti la Consulta della Legalità voluta dal Comune di Reggio Emilia. In pochi giorni, infatti, questo strumento apparso fin dall’inizio molto demagogico, più che concretamente utile, ha perso alcuni pezzi importanti. A cominciare dal sindaco di Castelnovo Monti, quell’Enrico Bini da sempre in prima linea sul fronte della legalità. Da quando, con la carica di presidente provinciale della Cna, fu tra i primi ad alzare voce contro le infiltrazioni mafiose sul territorio.

Oltre a Bini, hanno lasciato in polemica la consulta anche i volontari di “Agende Rosse” e lo stesso hanno fatto gli esponenti del Partito socialista.

“La consulta della legalità senza dubbio necessita di interventi atti a migliorarne il funzionamento; la città stessa lo richiede e ne ha bisogno – dice la segretaria provinciale del PSI Daria De Luca – Lasciarla cadere o, addirittura, morire è un errore imperdonabile che la nostra comunità non si può permettere. Allo stesso tempo, però, abbandonarla all’immobilismo, è altrettanto grave e colpevole. La cronaca degli ultimi 20 anni ci racconta che i fenomeni mafiosi, anzi, ‘ndranghetisti, sono ormai parte del tessuto provinciale. E’ inutile continuare a mettere la testa sotto la sabbia o voltarsi dall’altra parte fingendo, così, che il problema non esista. Anzi, è proprio riconoscendo la sua esistenza e imparando a identificarlo che lo si può combattere e sconfiggere. D’altronde, la capillare diffusione delle mafie ci viene raccontata dal processo Aemilia o dai fenomeni corruttivi legati alla ricostruzione post sisma. In questo processo di assunzione di consapevolezza urge ricordare che le associazioni malavitose vivono e fanno affari coinvolgendo il tessuto economico e sociale locale. Ecco allora che la Consulta può e deve diventare, ogni giorno di più, essenziale strumento di contrasto alle mafie, e perchè ciò avvenga deve abbandonare il tempo del dire per abbracciare in toto l’epoca del fare”.


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