21 Gen 2018, 7:58 | Attualità News REanimali | Scritto da : Alice Ravazzini
Clamorosa (e inspiegabile) decisione della Lipu nazionale
Lo sconforto dei volontari: “Motivazioni generiche e vacillanti, avevamo appena siglato una convenzione triennale con il Comune”
Un fulmine a ciel sereno per tutti gli amanti degli animali, e in particolare per chi si prende cura dei volatili.
La sede nazionale della LIPU ha deciso di chiudere il CRAS di Reggio Emilia attivo ormai da oltre 15 anni sul territorio provinciale.
La decisione, non condivisa dagli operatori del centro locato nel parcheggio della Polveriera, arriva “da chi al centro non è venuto nè ha lavorato”, dicono i volontari reggiani.
“Le motivazioni che ci hanno dato dalla sede nazionale di Parma – accusano – sono state generiche e molto vacillanti; noi operatori, come pure i cittadini, siamo stati ‘liquidati’ con una semplice telefonata del direttore con generici motivi economici, strutturali e gestionali”.
E’ il caso di una città di provincia o è qualcosa di più?
“E’ qualcosa che riguarda gli oltre 30.000 soci a cui arrivano le richieste di contributi con ‘Donazioni singole o continuative’ ed ancora con ‘Grandi progetti su misura’ come ‘Grandi donazioni’ e ‘Lasciti testamentari’ a favore dei centri di recupero tramite lettere e mail”. Nell’ultima mail spedita ai soci, quasi beffardamente se si pensa al caso di Reggio, si ringraziano tutti coloro che danno un sostegno, soci e donatori, alla Lipu, senza in quali, si legge nella mail, “saremmo forse giunti, nostro malgrado, alla chiusura di alcune strutture. E invece continuiamo insieme questa difficile ma emozionante impresa”.
Forse la chiusura di Reggio non è degna di essere neanche menzionata a chi deve fare donazioni?
Siamo andati a vedere i bilanci LIPU (pubblicati sul sito dell’Associazione) per capire di cosa stiamo parlando. Solo nel 2016 sono stati raccolti oltre 3 milioni di euro tra lasciti e “5 per mille”. La LIPU aveva in Italia 11 centri di recupero, diventati ora 9 (dopo la chiusura di Reggio e di Enna).
“I soci e donatori quando danno il loro denaro dovrebbero sapere che con oltre 3 milioni di euro l’anno di donazioni e lasciti l’associazione decide di chiudere uno dei suoi 11 centri di recupero ed un altro chiude per mancanza di finanziamenti (Enna). Forse i problemi con 3 milioni di euro presi solo nel 2016 si poteva anche tentare di risolverli. E invece ci hanno detto che nulla è cambiato in meglio sotto il profilo del sostegno pubblico”.
E qui si tira in ballo il Comune. “Dal 2017 – dicono i volontari del Cras Croce Alata – avevamo una convenzione triennale con il Comune di Reggio che garantiva continuità del finanziamento ed una nuova convenzione con la Regione che garantiva la copertura delle spese assicurative, dei medicinali e dei veterinari, in particolare per il primo soccorso. Questa convenzione era per noi un bel segnale positivo. E allora perchè chiudere ora e non prima? Ora che le cose stavano andavano meglio”.
A pensare male si fa peccato. Per esempio, a chi saranno destinati gli spazi in Polveriera fino ad oggi utilizzati per il ricovero degli animali?
“C’è chi dice che forse, semplicemente, il centro di Reggio fino al 2016 serviva alla sede nazionale per ‘scaricare’ oltre 200 animali l’anno che i cittadini di Parma portavano nei loro uffici e di cui non sapevano cosa fare. Ora, con le nuove norme regionali non possono più prendere animali negli uffici e quindi non hanno più il problema di collocarli.”
Amarezza e orgoglio. Questo traspare nelle parole dei volontari reggiani.
“Vogliamo dire Grazie a chi in questi anni ci ha aiutato anche solo con un sorriso o una parola gentile, a chi soccorreva gli animali e ce li portava, a chi ci portava materiale, alle Guardie ecologiche volontarie per il loro prezioso aiuto e sostegno ed ai nostri veterinari..in primis il dottor Aurelio Talami che ha condiviso con noi tutto questo meraviglioso viaggio sempre con professionalità ed umanità ed il dottor Pierfrancesco Bertoni. Un saluto alato da tutti gli operatori dell’ ex Cras Lipu Croce Alata”.