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Aspettando il GIRO D’ITALIA: Reggio si prepara!

19 Apr 2017, 14:00 | Attualità News Sport | Scritto da : Reporter

Aspettando il GIRO D’ITALIA: Reggio si prepara!

Tante iniziative e una scuola intitolata alla memoria di Gino Bartali

Si è messa in moto in questi giorni la macchina organizzativa della tappa reggiana del Giro d’Italia. La corsa rosa arriverà in città proveniente da Forlì giovedì 18 maggio (arrivo su viale Isonzo) e ripartirà venerdì mattina 19 maggio alla volta di Tortona.
Attesi oltre 20.000 visitatori e una vetrina televisiva su cui si affacceranno in tutto mondo 194 Paesi e, si stima, più di 800 milioni di telespettatori.
L’occasione per far vedere il meglio della nostra città e, si spera, non il peggio (vedi articolo sotto).
Da qui al 18 maggio tante le iniziative in programma. La più importante riguarda il mondo dell’istruzione. La scuola primaria di via Premuda, infatti, parte dell’Istituto comprensivo Lepido, venerdì 12 maggio sarà intitolata al campione di sempre Gino Bartali, storico rivale di Fausto Coppi e vincitore di tre Giri d’Italia (1936, 1937 e 1946), due Tour de France (1938 e 1948), oltre a numerose corse tra cui quattro Milano-Sanremo.
Il nome di Bartali tuttavia non è stato scelto dai bambini della scuola (chiamati a decidere l’intitolazione) solo per il suo talento sportivo, ma perché il campione si è distinto anche per l’impegno etico e sociale ed il grande coraggio, facendo parte di una rete di salvataggio degli ebrei perseguitati dal nazifascismo, rete organizzata dal rabbino Cassuto e dall’arcivescovo di Firenze Dalla Costa. Il ciclista toscano, infatti, aiutò a nascondersi sotto una nuova identità – e quindi a salvarsi – circa 800 ebrei trasportando all’interno del telaio della sua bicicletta centinaia di documenti falsificati.
Per questo nel 2013 Gino Bartali è stato dichiarato Giusto tra le nazioni. Nel maggio 2005 il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi consegnò alla moglie di Bartali, Adriana, la Medaglia d’oro al Valor civile allo scomparso campione per aver aiutato e salvato tanti ebrei durante la Seconda guerra mondiale. “Il bene si fa, ma non si dice – diceva Bartali – E certe medaglie si appendono all’anima, non alla giacca”.


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