30 Gen 2020, 11:24 | Attualità News Sport | Scritto da : Reporter
La morte dell’asso del basket e i tanti ricordi nella nostra città. Ma la proposta di dedicargli una piazza vicino al Palasport fa discutere
Ha destato grande scalpore in tutto il mondo la notizia della morte di Kobe Bryant deceduto insieme alla figlia Gianna di 13 anni e ad altre 7 persone nell’incidente aereo che ha coinvolto il suo elicottero sulle colline di Los Angeles a poche centinaia di metri dal decollo. Se ne va a soli 41 anni uno dei più grandi giocatori di sempre nella storia dell’NBA, capace di condurre i Lakers alla conquista di 5 titoli nell’arco di un decennio. Se ne va un campione conosciuti in tutto il mondo non solo per le sue incredibili doti cestistiche, ma per un approccio al mondo dello sport semplice e gentile che lo ha reso una delle star più amate a livello planetario. Unanime il cordoglio dal mondo sportivo, non solo la Pallacanestro Reggiana, ma anche Reggio Audace e Valorugby hanno reso omaggio al campione così come ha fatto il Milan (squadre per cui Kobe tifava) in occasione del match di Coppa Italia contro il Torino.
MONTECAVOLO IN LUTTO
Tra gli “epicentri” di questo unanime apprezzamento c’è Reggio Emilia, e in particolare Montecavolo, il paese dove Kobe (figlio dell’ex giocatore delle Riunite Joe Bryant) è cresciuto tirando i primi palloni a canestro nel campetto della parrocchia. “Dinanzi alla tragedia, non ci sono molto parole – commenta l’assessore allo Sport del Comune di Quattro Castella Luca Spagni – Ma come assessore allo sport del Comune che lo ha accolto quando bambino abitava a Montecavolo con la famiglia non posso non esprimere lo sgomento dei tanti ragazzi suoi coetanei che lo hanno conosciuto proprio quando quello che sarebbe diventato uno dei più grandi giocatori di sempre, tirava i primi canestri nel campetto della parrocchia in paese. Bryant non ha mai dimenticato il suo periodo reggiano e castellese. Nel febbraio 2018, in occasione della vittoria di un Premio Reverberi speciale alla carriera, Kobe ci aveva mandato un videosaluto semplice ed emozionante, come nel suo stile, confermando in perfetto italiano di avere la nostra comunità nel cuore e auspicando un giorno di tornare a trovarci. Non accadrà. Ma di sicuro tutti noi non lo dimenticheremo mai”.
POLEMICHE IN PIAZZA
In rete e sui social circola anche la proposta di dedicare una via o una piazza alla sua memoria. Proposta che il sindaco Luca Vecchi ha accolto e rilanciato ai media nazionali, dimenticando che per regolamento comunale, ciò può avvenire solo per personaggi deceduti da almeno un decennio (salvo intervento prefettizio decisamente impensabile per un caso simile). O, almeno, così si era espresso il sindaco quando Reporter e i suoi lettori due anni fa chiesero a suon di firme (oltre 700) di dedicare due vie, una ad un altro campione del basket, Mike Mitchell e l’altra al poliziotto Ivan Caroni. Due personaggi che, come Bryant, meriterebbero di essere ricordati nella nostra toponomastica. Due anni fa non si poteva, adesso si può?